La Scuola di specializzazione in psicoterapia ASPIC e il modello formativo
L'Istituto per la formazione di psicoterapeuti - A.S.P.I.C., è stato costituito dall'Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell'Individuo e della Comunità con lo scopo di gestire la Scuola di specializzazione quadriennale in Psicologia clinica di comunità e Psicoterapia umanistica integrata - ASPIC, riconosciuta dal MIUR - Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nel 1994.
La Scuola è nata dalle esperienze di studio e di ricerca inerenti alle attività formative e applicative svolte fin dal 1981 dai fondatori della Scuola.
Un modello formativo basato sull'integrazione pluralistica
Una società in rapida evoluzione come la nostra, agli inizi del terzo millennio richiede un sapere in divenire non più diviso in compartimenti stagni, competitivi tra loro, bensì integrato e capace di affrontare la complessità dei problemi attuali. Questo è tanto più vero nel campo degli interventi psicologici. Il professionista del futuro dovrà essere in grado di padroneggiare diversi strumenti operativi e tecniche polivalenti per intervenire a livello individuale, nei piccoli gruppi, nelle organizzazioni e nella comunità.
Dovrà infatti conoscere, oltre alla pratica privata, il mondo della scuola, dell'impresa, dell'ospedale, per poter svolgere funzioni di promozione della salute, prevenzione del disagio, cura e riabilitazione, sia nel settore privato che in quello pubblico. In sostanza, dovrà saper contestualizzare la complessità degli eventi emozionali, motivare al meglio le domande dell'utenza potenziale e decidere passaggi metodologicamente corretti per rispondere nella maniera più adeguata alla committenza.
Finora acquisire queste competenze integrate è stata in Italia un'impresa difficile. Infatti, medici e psicologi desiderosi di divenire psicoterapeuti ed interessati ad apprendere, nel contempo, tecniche d'intervento per operare in senso preventivo nelle organizzazioni o nella comunità, erano costretti a rinunciare a una delle due competenze, o a seguire faticosi e dispendiosi doppi corsi in scuole diverse.
Il programma proposto invece, decisamente innovativo per l'Italia, ma già sperimentato ed ampiamente adottato nei paesi anglosassoni, prevede un metamodello pluralistico che integra i contributi teorici sviluppati dai filoni della psicoterapia umanistica e della psicologia clinica di comunità. Ambedue queste discipline puntano sul potenziamento degli aspetti positivi degli individui e dei contesti sociali per raggiungere tramite la Psicologia della salute e del benessere, un miglioramento globale della qualità della vita.
La Scuola di indirizzo Fenomenologico Esistenziale della psicologia umanistica con un approccio esperienziale centrato sul processo e sugli esiti, ha mostrato la propria efficacia nella promozione dell'integrità personale e nello sviluppo creativo del potenziale insito in ciascun essere umano. I modelli e le tecniche di psicoterapia elaborate da Carl Rogers e Fritz Perls (psicoterapia centrata sulla persona, psicoterapia della Gestalt) sono integrate con alcuni contributi di terapie: Psicodinamiche e Cognitive (CCRT - Attaccamento e Narrazione costruttivista), Ecologiche-Sistemiche, A.T., P.N.L., a Mediazione Corporea e Bioenergetica.
La fenomenologia clinica del modello integrato utilizza i presupposti metodologici della teoria della tecnica comparata di diversi orientamenti psicoterapeutici per oltrepassare scientificamente l'autoreferenzialità e i limiti dei singoli modelli. La scienza dell'integrazione pluralistica in psicoterapia utilizza paradigmi dialettici complementari: principi oggettivi, standardizzati, generalizzabili e replicabili insieme a principi ermeneutici dell'esperienza soggettiva creativa.
Il pluralismo clinico metodologico amplia il confronto di diversi sistemi psicoterapeutici elaborando tesi complementari per una riflessione dialettica, prima di formulare interventi elettivi anche con terapie multiple e integrate nelle diverse fasi progressive dei trattamenti. La psicologia di comunità ritiene che i problemi individuali possano essere analizzati ed affrontati contestualizzando le persone all'interno dei sistemi sociali nei quali vivono (scuole, quartieri, aziende).
Gli psicologi di comunità mirano pertanto ad aumentare l'empowerment individuale e collettivo, tramite strategie d'intervento come l'analisi e lo sviluppo di comunità, l'analisi organizzativa multidimensionale, la promozione dei gruppi di autoaiuto e il lavoro di gruppo. Integrando le due discipline il nostro modello mira a formare un professionista capace di muoversi con competenza e creatività nel settore pubblico come in quello privato, in situazioni che spaziano dalla cura del singolo alla promozione del benessere d'una comunità globalizzata.